Sta per chiudersi un anno complicato e dovremmo almeno in questo periodo vivere ogni giorno più intensamente. Il Natale è, infatti, per gli italiani il momento di ritorno alle cose essenziali. Se più di 6 italiani su 10 (65%) dichiarano di amare profondamente questa festività (facendo dell’Italia, a sorpresa, uno dei Paesi europei dove le feste sono più sentite), lo Stivale si attesta anche tra i Paesi più fedeli alla tradizione: per più di 8 italiani su 10 (82%) trascorrere il tempo in casa con i propri cari, magari a decorare casa, regala emozioni senza tempo (Fonte: Festive Feels). E con la coda dell’emergenza sanitaria che torna a preoccupare quasi in tutta Europa, le previsioni confermano il desiderio degli italiani di celebrare Natale e Capodanno in famiglia, nella propria città, così come dimostrano le 2,5 milioni di disdette di prenotazioni pervenute in queste ultime settimane (Fonte: indagine Confturismo).
Per tanti, poi, Natale fa rima con convivialità a tavola e la cena della vigilia è il momento che, per eccellenza, ci riporta alla famiglia e all’essenziale. Una tradizione consolidata tanto quanto il presepe, l’albero e lo scambio di doni. C’è un ritorno ai valori autentici e semplici, anche a tavola. Ogni regione (addirittura ogni paese) ha le proprie usanze, ma se c’è una tradizione che mette d’accordo tutta l’Italia ed è quella secondo cui la sera del 24 dicembre è il trionfo della cena “di magro”, a base di pesce, semplice gustosa e tipica della nostra tradizione. E le conserve ittiche sono la soluzione ideale: buone, accessibili, nutrienti, pratiche, dalla lunga shelf-life, antispreco. Sarà per questo che sono così amate dal consumatore. Basti pensare che il tonno in scatola lo mangiano tutti (99%), nel complesso oltre 1 italiano su 3 (36%) lo consuma 2-3 volte a settimana (Fonte: Doxa). E parlando proprio di Natale e tradizione, di piatti tipici della Vigilia con le conserve ittiche ce ne sono tanti: dalla pasta “ammuddicata” della tradizione siciliana, passando per il tortino di acciughe toscano fino ai Fedelini al tonno (spaghettini) tipico della tradizione della vigilia abruzzese e partenopea, citata anche nel celebre film “Parenti Serpenti” di Mario Monicelli nella famosa scena della cena della vigilia, fra le più semplici e tramandata di generazione in generazione con numerose varianti.
TONNO, SGOMBRO, SALMONE, ALICI E SARDINE: IL MENU DELLA VIGILIA CON LE CONSERVE ITTICHE
Fanno parte della tradizione italiana e gastronomica mediterranea e a Natale sono tra i protagonisti della cena della Vigilia. Parliamo del tonno in scatola e delle conserve di sgombro, salmone e alici, sardine. E se gli spaghetti con il sugo di tonno, sono un grande classico della vigilia (soprattutto a Roma), sono tante le ricette semplici e accessibili che si possono preparare con le conserve ittiche, degne di una tavola delle feste. Ecco il menu d’autore che la blogger Federica Gianelli (Papilla Monella) ha ideato per le feste (2 antipasti, 2 primi, 1 secondo), che sposano la filosofia “essenziale, tradizionale, conviviale, sostenibile”: Cestino di polenta con mousse di tonno e broccolo romanesco; Ghirlanda di Natale con dischetti di pandoro, burro e alici, rosmarino, olive nere e verdi, mozzarelline con paprika; Linguine alla barbabietola con burrata, sgombro, nocciole e finocchietto; Ravioli di natale a stella con sardine pinoli cipolla stufata e uvetta, conditi con burro all’arancia; Salmone in trancio con granella di frutta secca con pere caramellate al vino rosso, spinacino e melagrana.
BUONE, ACCESSIBILI, ANTISPRECO…E NUTRIENTI: PERCHÉ SONO ESSENZIALI SECONDO IL NUTRIZIONISTA
Sono un mix perfetto di gusto e sana alimentazione. Parliamo di alimenti che contengono importanti caratteristiche nutrizionali, preziosi per una dieta completa e bilanciata, favorendo il benessere grazie ai loro plus (Omega 3, Vitamina D, Iodio, proteine): “Il periodo natalizio rischia di lasciare il segno sul peso, che può aumentare anche di quattro chili – afferma Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma. A far oscillare l’ago della bilancia non sono solo pranzi e cenoni ma anche l’abitudine di mangiucchiare di continuo e la mancanza di attività fisica, fenomeni tipici di questo periodo. Prediligere anche in questo periodo dell’anno un regime alimentare con prevalenza di pesce ha molti effetti benefici per la salute. Può considerarsi, infatti, un alimento ideale per il suo ottimale contenuto proteico, cioè il rapporto tra la elevata quantità di proteine e il ridotto apporto calorico. E grazie alla presenza anche di sali minerali come calcio, fosforo e iodio, oltre alla vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina D, preziosi per il sistema immunitario, il buonumore e la qualità del sonno, il pesce è alimento raccomandato anche in una dieta preventiva in vista di eccessi a tavola. Le conserve ittiche apportano, a pari merito, nutrimento e sapore in poche calorie. Quindi via libera a tonno, acciughe, sardine, sgombro e salmone in conserva, che sono anche più pratici e versatili in cucina”.
LA VIGILIA DI MAGRO: CURIOSITÀ SULL’USANZA PREVALENTEMENTE POPOLARE
Al contrario di ciò che si può pensare, non si tratta di una tradizione culinaria legata al Vangelo e ai testi sacri. La rinuncia alla carne, prediligendo il pesce, nella cena del 24 dicembre è soprattutto un’usanza popolare. Nel 1917, il Codex Iuris Canonici ha prescritto l’astinenza dalla carne e il digiuno nei giorni della vigilia delle solennità cristiane di Pentecoste, dell’Assunta, di tutti i Santi e del Natale. Tuttavia, a febbraio 1966 Paolo VI firmò la Costituzione Apostolica Paenitemini con cui furono superate queste indicazioni, e stabilì che il digiuno fosse necessario solo il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, e l’astinenza dalla carne tutti i venerdì dell’anno, ma non più nelle vigilie.